Vorrei sapere tutto del mondo del vino e invece ogni volta per me è sempre una scoperta. E la mia ultima degustazione al Vinitaly 2018 con Masi Agricola mi ha lasciato la voglia di partire per la Valpolicella e conoscere ancora di più questa Terra, patria dell’Amarone, uno dei vini italiani più nobili e celebri in tutto il mondo.
La Valpolicella è una zona che si trova a nord di Verona e confina con il lago di Garda e i Monti Lessini, si compone di valli, colline e zone più alte, con una differenza di terreni che rendono davvero unici i vini prodotti qui.
I tre vitigni autoctoni e più coltivati della Valpolicella sono: Corvina, Rondinella e Molinara.
La Corvina è la varietà più importante, deve il suo nome all’intenso colore scuro delle sue uve, proprio come le piume di un corvo; la Rondinella, invece, deve il suo nome alla forma delle foglie, profondamente intagliate da ricordare la coda di una rondine e Molinara, dal colore chiaro, ha invece gli acini ricoperti di uno strato che li fa sembrare spolverati di farina, come appunto un mugnaio, ‘molinar’ in dialetto veronese.
Grazie alla spiegazione appassionata di Giacomo Boscaini, esponente di spicco appartenente all’ultima generazione della famiglia Boscaini, proprietaria dell’azienda Masi, ho avuto modo di fare un “viaggio a 360°” nel mondo del vino della Valpolicella.
IL VALPOLICELLA CLASSICO DOC “BONACOSTA” E IL LEGGENDARIO CAMPOFIORIN
Utilizzando queste tre uve l’azienda Masi produce il Valpolicella Classico DOC “Bonacosta”. La fermentazione è piuttosto rapida, l’affinamento abbastanza breve, in legno o più spesso in solo acciaio. Si tratta di un vino leggero, perfetto per accompagnare il pasto e dà il suo meglio quando viene bevuto dopo tre anni dall’imbottigliamento. Questo è stato il primo dei tre vini che ho assaggiato, e la cosa che mi è rimasta particolarmente impressa è stato il profumo intenso con sentori di ciliegia.
Il secondo vino che abbiamo bevuto è il Campofiorin del 50esimo. Si tratta di un vino ricco di aromi e struttura, che si colloca a metà tra il Valpolicella e l’Amarone. La caratteristica di questo vino sta nella particolare tecnica con la quale viene prodotto: le uve fresche vengono fatte rifermentare (“ripassate”) per 10-15 giorni sulle vinacce semi-appassite dell’Amarone. Una tecnica ideata da Guido Boscaini nel lontano 1964. Un vino importante, di un rosso rubino, al palato regala un gusto ricco e intenso di ciliegia e frutti di bosco, sicuramente è ideale con i formaggi stagionati e le carni rosse saporite.
I vigneti dai quali viene raccolta l’uva utilizzata per produrre il Campofiorin, coprono un’ampia superficie collinare principalmente caratterizzata da terreno alluvionale, molto profondo, su calcari eocenici. Sono anche questi elementi a determinarne il gusto così particolare.
DAL RECIOTO SCAMPA’ ALL’AMARONE
Ma veniamo ora al re della Valpolicella, l’Amarone. Non tutti sanno che si tratta di un vino nato per errore, da questo viene definito “recioto scampà”. Infatti la zona della Valpolicella è famosa anche per un vino rosso passito molto dolce, il Recioto. Questo vino viene prodotto grazie all’appassimento delle uve a partire dalla vendemmia fino a gennaio. Ma circa 70 anni fa, proprio a causa di un errore, per una svista in una cantina, una botte di recioto venne dimenticata e questo ha fatto sì che la fermentazione alcolica del recioto proseguisse incontrollata portando il vino ad essere completamente secco, dal vino secco si è arrivati ad un vino amaro. È nato così uno dei vini italiani più famosi al mondo, per il suo tannino morbido, i suoi aromi invitanti e per il suo corpo tosto e di carattere.
Di Masi abbiamo potuto degustare l’Amarone Costasera, un vero punto di riferimento per la categoria degli Amaroni. La famiglia Masi è senza alcun dubbio una grande esperta delle tecniche di appassimento delle varietà autoctone della Valpolicella classica. L’aspetto è molto intenso, di un colore rosso rubino, all’olfatto sprigiona tutti i profumi della frutta cotta, della prugna e della ciliegia, al palato note di caffè e cacao. Io lo adoro con la carne, con le grigliate e gli arrosti, ma anche con la cacciagione e i formaggi più saporiti.
L’ECCELLENZIA DELL’AMARONE MASI: VAIO AMARON
Il Vaio Amaron è tra gli Amaroni più apprezzati, tanto che nel 2015 Wine Spectator l’ha decretato tra i 10 migliori vini al mondo. Questa è stata la nostra ultima degustazione, con tanto di spiegazione proprio da parte di Massimilla Di Serego Alighieri, un’erede della nobile famiglia di Dante Alighieri. L’affinamento avviene in fusti di ciliegio, come da tradizione della famiglia. Al palato, rispetto al precedente Amarone risulta più speziato, con aromi di cannella e vaniglia, dando un’illusione di dolcezza.
Come sempre ragazzi vi dedico un brindisi! Al prossimo calice!